Avellino - IRPINIA 23 novembre 1980 - ore 19.35 - Per Non Dimenticare

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Avellino

Un tremendo boato di 90 secondi, e il capoluogo Irpino è distrutto.
Distrutto nella sua storia, nel suo cuore, nelle sue radici. Già più volte Avellino era stata
duramente colpita: i bombardamenti della 2^ Guerra Mondiale, l’ultimo sisma del 1962.
……Via Generale Cascino, Via Nappi, Piazza della libertà, Via Mancini sono duramente colpite.
Centinaia le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Gli abitanti del capoluogo Irpino,
usciti indenni da quest’immane tragedia, s’improvvisano soccorritori.
I Vigili del Fuoco, si prodigano come non mai, purtroppo il loro numero è esiguo.


Solo a tre ore dalla tragedia i primi militari della locale Caserma Berardi intervengono cercando di estrarre qualcuno ancora vivo.
All’Ospedale Civile c’è una gran confusione.
Un gruppo di Medici ed Infermieri cerca di approntare
i primi soccorsi. Ma mancano i mezzi, le autoambulanze, i medicinali, gli uomini, l’organizzazione.
Tanta buona volontà, tanto smisurato impegno, tanto amore.
Martedì 25 novembre arriva ad Avellino il Presidente del Consiglio Forlani e
il Capo dello Stato Pertini.
Anche i vertici dello Stato Italiano piangono, il dolore di questa gente è una ferita che spezza
letteralmente in due il nostro Paese.
Ma più tardi dovranno rendersi conto che questa gente ha tanto bisogno d’aiuto, e di tutto.
E mentre il numero delle vittime, a due giorni dal disastro,
solo nel Centro Storico di Avellino segna il
N° 47 (ma è destinato ad aumentare), in molti centri dell’Alta Irpinia i soccorsi dello Stato
non sono ancora arrivati.
L’appello di Aiuto è rivolto a tutta la Nazione.
“FATE PRESTO”, grida il quotidiano “Il Mattino”. Sì, bisogna fare presto per
cercare di trovare
ancora qualcuno vivo. Mancano le gru, le pale meccaniche, i mezzi di rimozione,
si fa quel che si può.
Ma la macchina della solidarietà è già in moto.
Da ogni angolo d’Italia accorrono in nostro aiuto.
I fratelli del nord sono molto più organizzati, hanno i mezzi, la preparazione,
la cultura del Volontariato
(che dalle nostre parti non aveva ancora attecchito) e della solidarietà.
Arriva anche il Papa.
Poche ore in giro per la città distrutta, poi all’Ospedale Civile.
Prima di ripartire dallo Stadio Partenio
a bordo dell’elicottero bianco, virtualmente abbraccia gli Irpini che invocano aiuto.
Nei paesi distrutti, intanto, l’inverno è arrivato flagellando i vivi, rallentando
il recupero delle salme,
ostacolando le operazioni di soccorso.
Gli aiuti arrivano da ogni parte d’Italia e del Mondo.
Ma intanto l’Irpinia è un mare di fango e di dolore.


 
 
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